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Attività fisica negli anziani: come promuovere e mantenere uno stile di vita attivo

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Attività fisica ed invecchiamento Attività fisica ed invecchiamento

È ormai nota la relazione positiva tra attività fisica regolare e invecchiamento attivo.

Con invecchiamento attivo si intende il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza degli anziani (De Beni & Borella, 2015). Mentre con il termine attività fisica si intendono i movimenti corporei che determinano un dispendio energetico al di sopra del livello basale (De Beni & Borella, 2015).

Nel concetto di attività fisica, rientrano anche le normali occupazioni della vita quotidiana (gli acquisti, gli spostamenti a piedi da un posto all’altro,) le faccende domestiche (le pulizie, la preparazione dei pasti) e le attività ricreative e di svago del tempo libero (curare un orto, giardinaggio). Per ottenere benefici sugli aspetti legati alla flessibilità, all’equilibrio e al mantenimento di un’indipendenza funzionale è sufficiente praticare un’attività fisica di lieve intensità. Infatti, l’indipendenza stessa è un indicatore fondamentale dell’invecchiamento attivo. Quindi, è necessario promuovere qualsiasi modalità di attività fisica, svolta con regolarità.

Oltre ai benefici nel mantenimento di un buon livello di funzionalità, l’attività fisica ha effetti positivi nel migliorare complessivamente la qualità della vita dell’anziano, offrendo un contesto in cui è possibile promuovere l’interazione sociale e opportunità di scambio emotivo.

L’importanza dell’attività fisica negli anziani

Sono numerosi gli studi che hanno dimostrato l’importanza di alcune variabili che influenzano la predisposizione dell’anziano a mettere in atto e a mantenere costante nel tempo la propria attività fisica.

In modo particolare, l’attenzione si è concentrata sulle variabili sociocognitive che predicono un buon livello di attività fisica. Secondo la teoria socialcognitiva, un comportamento è determinato dall’interazione specifica di fattori personali, ambientali e comportamentali. A sua volta, il comportamento è influenza da tre meccanismi:

  • Le credenze di autoefficacia: credere nelle proprie capacità per intraprendere gli step necessari per essere fisicamente attivi; 
  • Le aspettative del risultato: conseguenze negative e positive che una persona si aspetta dall’incrementare l’attività fisica (il livello di soddisfazione personale, l’approvazione da parte degli altri, la spesa economia);
  • Obiettivi personali: la determinazione con la quale la persona si impegna per raggiungere determinati obiettivi o un certo livello di performance. 

Quindi, secondo questo approccio, è più probabile che chi crede di poter essere fisicamente attivo (ha una maggiore autoefficacia) e chi si anticipa conseguenze positive derivanti dall’attività fisica, ha una maggiore fiducia nelle proprie capacità e, di conseguenza, è più probabile che mantenga e adotti uno stile di vita fisicamente attivo, anche a fronte di ostacoli personali, sociali e situazionali.

Non basta solo crederci…

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Per una promozione efficace dell’attività fisica negli anziani, è utile considerare non solo le credenze e i comportamenti individuali, ma anche le condizioni ambientali, culturali e sociali. Per questo motivo, da qualche decennio, si osserva una crescente applicazione dei modelli ecologici. Secondo tali modelli, per spiegare il comportamento di una persona, è necessario valutare anche le caratteristiche oggettive e le percezioni soggettive dell’ambiente fisico in cui una persona vive. Pertanto, risulta strettamente connesso al concetto di invecchiamento attivo, il concetto di comunità age friendly.

L’idea sottostante è di porre attenzione a tutti quei fattori dell’ambiente fisico e sociale che possono limitare la possibilità di invecchiare in modo attivo. Le caratteristiche dell’ambiente fisico e le percezioni legate all’ambiente sono particolarmente rilevanti per le persone anziane, per le quali le possibili limitazioni funzionali e il timore di uscire di casa possono ulteriormente ostacolare la messa in atto dell’attività fisica.

Per esempio, sappiamo che, le città metropolitane risultano essere luoghi poco adatti a favorire nell’anziano la pratica di una regolare attività fisica in sicurezza. Le persone residenti in quartieri dove è facile spostarsi a piedi praticano in media 45 minuti in più di attività fisica leggera. Pertanto, sono caratteristiche importanti la presenza di zone pedonali in sicurezza, di parchi e spazi verdi, una ridotta intensità del traffico e un facile accesso a strutture per l’attività fisica e ai servizi di vario tipo, come negozi, centri per anziani ecc.

Chi può motivare l’anziano ad iniziare un’attività fisica?

Le figure esterne, che risultano maggiormente influenti nelle decisioni degli anziani rispetto alla scelta di praticare un’attività fisica, sono gli amici e il medico di base. Nello specifico, il medico di base è in una situazione prestigiosa che gli permette di identificare i gli anziani sedentari e promuovere l’attività fisica. In ogni caso, tutti gli operatori sanitari sono coinvolti nella promozione nell’introduzione dell’attività fisica nell’anziano, ponendo obiettivi minimi e realisticamente condivisibili.

È importante agire in modo graduale, tenendo a mente l’importanza non tanto del trasmettere i benefici di uno stile di vita sano ma, implementare nel tempo un cambiamento reale nello stile di vita. Per tali ragioni, l’introduzione dell’attività fisica deve essere adeguata al livello funzionale dell’anziano e, se possibile, dovrebbe essere introdotta in un programma globale di vita attiva. Sarebbe auspicabile un contesto positivo e il sostegno psicologico di base. Non è da trascurare la possibilità di praticare l’attività fisica in compagnia, infatti accresce i benefici, migliorando anche il tono dell’umore e il livello di autostima

Fonti:

De Beni, R., Borella, E. (2015). Psicologia dell’invecchiamento e della longevità. Bologna: Il Mulino

Lunedì, 07 Febbraio 2022