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Polifarmacia negli anziani: alternative quando possibile...

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La polifarmacia è un fenomeno sempre più diffuso tra la popolazione anziana e si riferisce all'assunzione contemporanea di cinque o più farmaci. Sebbene spesso necessaria per gestire patologie croniche multiple, la polifarmacia può comportare gravi rischi per la salute, tra cui effetti collaterali, interazioni farmacologiche e una qualità della vita ridotta.

Abbiamo letto con interesse una ricerca di cui la pubblicazione è sul sito di PubMed (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39135518/)

Questo documento affronta l’argomento della “prevalenza della polifarmacia nella popolazione anziana” in tutto il mondo. La prevalenza complessiva di polifarmacia e iperpolifarmacia nella popolazione anziana in tutto il mondo era del 39,1% e del 13,3%, rispettivamente. La prevalenza della polifarmacia era significativamente più alta negli anziani di ‘70 anni o più, nelle regioni sviluppate e nelle case di cura. Il suggerimento che emerge è quello di concentrarsi sull'evitare la polifarmacia inappropriata in questa popolazione.

L'incidenza della polifarmacia

Secondo i dati statistici più recenti, oltre il 40% degli anziani sopra i 65 anni è coinvolto in regimi di polifarmacia. Questa percentuale sale ulteriormente tra gli ultraottantenni e coloro che risiedono in strutture di cura. Le condizioni che più frequentemente portano alla polifarmacia includono ipertensione, diabete, insufficienza cardiaca, osteoporosi e depressione. Tuttavia, nonostante la necessità di trattamenti farmacologici, è fondamentale bilanciare i benefici delle terapie con il rischio di complicazioni.

Patologie e alternative non farmacologiche

La ricerca suggerisce che, in alcuni casi specifici, è possibile ridurre o sostituire i farmaci con interventi non farmacologici, migliorando sia gli esiti clinici che la qualità della vita degli anziani. Ecco alcune delle patologie più comuni e le relative alternative:

  • Insonnia: Molti anziani assumono farmaci ipnotici o sedativi per problemi di insonnia, ma terapie alternative come la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I), tecniche di rilassamento e una corretta igiene del sonno possono spesso portare a risultati simili senza gli effetti collaterali dei farmaci.
  • Dolore cronico: Patologie come l'artrite o la fibromialgia possono essere gestite con attività fisiche mirate, fisioterapia e pratiche come lo yoga o il tai chi. L'esercizio regolare migliora la mobilità, riduce il dolore e aumenta il benessere generale, spesso riducendo la necessità di analgesici.
  • Depressione e ansia: Le terapie psicologiche, come la terapia cognitivo-comportamentale, insieme ad attività sociali e fisiche, possono rappresentare un'alternativa efficace agli antidepressivi e agli ansiolitici. Inoltre, il coinvolgimento in attività comunitarie o il volontariato contribuiscono a ridurre l'isolamento sociale, spesso causa di disagio emotivo negli anziani.
  • Ipertensione: Per molti anziani, cambiamenti nello stile di vita come una dieta equilibrata (ad esempio, il modello della dieta mediterranea), la riduzione del consumo di sale, l'attività fisica regolare e tecniche di rilassamento possono contribuire significativamente al controllo della pressione arteriosa, riducendo la dipendenza dai farmaci.
  • Disturbi cognitivi lievi: Sebbene non esistano cure farmacologiche definitive per i disturbi cognitivi lievi, l'esercizio mentale, le attività sociali e le tecniche di mindfulness possono rallentare il declino cognitivo, migliorando la memoria e la concentrazione.

Il ruolo della fitoterapia

In alcuni casi, i rimedi fitoterapici possono rappresentare un'alternativa o un complemento ai farmaci tradizionali. Ad esempio, il ginkgo biloba è spesso utilizzato per migliorare la circolazione e le funzioni cognitive, mentre la valeriana è nota per i suoi effetti calmanti e rilassanti. Tuttavia, è fondamentale consultare un medico prima di intraprendere trattamenti fitoterapici, poiché anche questi possono interagire con i farmaci già in uso.

La gestione dei farmaci e il ruolo cruciale dei caregiver

Abbiamo capito che la polifarmacia un fenomeno del tutto comune fra gli anziani quando necessario per gestire patologie croniche. La polifarmacia però comporta però un rischio significativo: “la gestione autonoma dei farmaci”.

Per molti anziani, ricordare orari, dosaggi e combinazioni terapeutiche diventa una sfida quotidiana. L’irregolarità nell’assunzione può portare a gravi conseguenze, come riduzione dell’efficacia delle cure, effetti collaterali o addirittura interazioni pericolose tra farmaci.

Le difficoltà dell’anziano nella gestione dei farmaci

Molti anziani si trovano a gestire lunghi elenchi di farmaci con istruzioni complesse. La situazione si complica per chi soffre di problemi cognitivi, deficit di memoria o limitazioni visive. Le difficoltà più comuni includono:

  • Dimenticanze frequenti: non ricordare di prendere un farmaco o assumerlo in ritardo.
  • Confusione sui dosaggi: assumere una dose errata o mescolare i farmaci.
  • Problemi organizzativi: non sapere come distribuire i farmaci nell’arco della giornata.

Il ruolo fondamentale dei caregiver

In questo contesto, i caregiver – familiari, badanti o operatori sanitari – svolgono un ruolo essenziale per garantire che la terapia farmacologica venga seguita correttamente. Ecco alcune strategie pratiche che i caregiver possono adottare:

  1. Organizzazione dei farmaci:
    Utilizzare dispenser settimanali con scomparti per i diversi momenti della giornata (mattina, pomeriggio, sera). Questo sistema riduce la confusione e facilita l’autonomia dell’anziano.
  2. Promemoria e supporto tecnologico:
    Orologi o app con allarmi possono ricordare quando assumere i farmaci. Molti strumenti consentono anche ai caregiver di monitorare l’assunzione a distanza.
  3. Controllo regolare:
    Verificare periodicamente il corretto utilizzo dei farmaci, controllando che le scorte siano adeguate e che non ci siano errori o dimenticanze.
  4. Educazione e consapevolezza:
    Spiegare in modo semplice all’anziano l’importanza della terapia e come ogni farmaco agisce. Rendere il paziente parte attiva nel processo può migliorare l’aderenza.
  5. Collaborazione con il medico:
    Essere un tramite tra l’anziano e il medico curante per aggiornare le prescrizioni, segnalare eventuali effetti collaterali o rivedere le terapie inutili.

L’importanza di un approccio condiviso

Affidare la gestione dei farmaci al solo anziano, specialmente se fragile, è un rischio evitabile. Coinvolgere i caregiver significa costruire una rete di supporto che assicuri non solo il corretto utilizzo dei farmaci, ma anche una migliore qualità di vita per il paziente.

Una gestione consapevole della polifarmacia è un piccolo passo che può fare una grande differenza. Attraverso il contributo dei caregiver, è possibile trasformare la complessità della terapia farmacologica in un processo sicuro, efficiente e personalizzato.

Alternative non farmacologiche per la salute degli anziani: strategie naturali per un invecchiamento sano

Le alternative non farmacologiche possono rappresentare soluzioni efficaci per migliorare la salute degli anziani, riducendo i rischi legati alla polifarmacia e favorendo un invecchiamento sano. Ecco alcune strategie naturali per affrontare le problematiche comuni legate all’età.

Insonnia: per trattare l’insonnia senza ricorrere ai farmaci ipnotici, approcci come la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I), tecniche di rilassamento e una corretta igiene del sonno si sono rivelati efficaci nel migliorare la qualità del sonno, senza effetti collaterali.

Dolore cronico: per gestire il dolore, in particolare in caso di artrite o fibromialgia, l’esercizio fisico mirato come lo yoga e il tai chi, unito alla fisioterapia, migliora la mobilità e riduce il dolore, riducendo così la necessità di farmaci analgesici.

Depressione e ansia: per affrontare questi disturbi emotivi, interventi psicologici come la terapia cognitivo-comportamentale, associati a attività sociali come il volontariato e la partecipazione a gruppi di supporto, sono molto efficaci per migliorare l'umore e ridurre il senso di isolamento, riducendo la dipendenza dai farmaci antidepressivi.

Ipertensione: uno stile di vita sano è fondamentale per gestire l’ipertensione. Una dieta equilibrata, come quella mediterranea, combinata con esercizio fisico regolare e tecniche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda, può contribuire significativamente a mantenere la pressione sanguigna sotto controllo, senza l'uso di farmaci.

Declino cognitivo: per rallentare il declino cognitivo, pratiche come esercizio mentale, attività sociali stimolanti e mindfulness sono essenziali per preservare la memoria e la concentrazione, migliorando la qualità della vita e la funzionalità cognitiva.

Adottare queste strategie naturali può non solo migliorare la qualità della vita degli anziani, ma anche ridurre la necessità di trattamenti farmacologici, promuovendo un invecchiamento più sano e autonomo.

Quindi….

In conclusione, affrontare il tema della polifarmacia negli anziani richiede un approccio olistico e personalizzato, che consideri non solo l'aderenza terapeutica, ma anche la possibilità di ridurre i farmaci laddove sicuro e appropriato. Grazie al supporto dei caregiver e alla collaborazione con i medici, è possibile ottimizzare le terapie, migliorare la qualità della vita degli anziani e ridurre i rischi associati all’uso eccessivo o errato dei farmaci.

Sostenere una gestione consapevole della polifarmacia significa promuovere un invecchiamento più sano, sicuro e dignitoso.

Domenica, 22 Dicembre 2024