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Attività sessuale e innamoramento negli anziani: quali cambiamenti?

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Sessualità e innamoramento Sessualità e innamoramento

I cambiamenti socioculturali e l’aumento dell’aspettativa di vita hanno determinato un interesse scientifico crescente nei confronti dell’invecchiamento, ponendo interrogativi su quali fattori possano favorire il benessere in questa fase di vita. Tra questi fattori, riveste un’enorme importanza il tema della sessualità e dell’innamoramento.

Se si prendono in esame alcuni tra gli stereotipi più comuni dell’invecchiamento, si tende a considerare l’anziano come un individuo “asessuato”, incapace di provare desiderio e di avere una vita sessualmente attiva. Purtroppo, infatti, a dispetto dei notevoli progressi raggiunti dalla ricerca sul benessere psicofisico, permane ancora un’ampia fascia di atteggiamenti pregiudiziali intorno alla sessualità delle persone anziane (De Beni & Borella, 2015). In realtà, una ricerca del CENSIS effettuata su un campione di 1298 anziani nel 2007, riporta che circa il 73,4% degli italiani tra i 61 e i 70 anni e il 39,1% degli ultra settantenni sono ancora sessualmente attivi.

La terza età costituisce una fase di vita in cui la persona si trova a dover affrontare una serie di profondi cambiamenti fisiologici, sociali e relazionali.

Quindi, quali fattori influenzano l’attività sessuale nell’invecchiamento?

Da un punto di vista fisico, l’attività sessuale può essere limitata o ridotta dalle conseguenze derivanti dall’assunzione di farmaci, da interventi chirurgici e da problematiche di tipo cognitivo che hanno effetti negativi sulla libido. Inoltre, alcuni fattori specifici, come la presenza di cateterismi, stomie, incontinenza, possono causare disagio personale.

Da un punto di vista psicosociale l’atteggiamento degli anziani verso la sessualità può essere influenzato dalle credenze della società che non legittima l’innamoramento e l’attività sessuale in questa fase di vita. Inoltre, è fondamentale l’importanza che si dava al sesso in età adulta, infatti chi riferisce un’alta frequenza di attività sessuale da giovane mostra un minor declino sessuale nell’invecchiamento.

La mancanza di corrette informazioni sulle normali modificazioni psicofisiche tipiche dell’invecchiamento è responsabile di stereotipi e pregiudizi nei confronti della persona anziana che percepisce il suo corpo privo di valore, sperimenta un senso di colpa nel provare desideri evitando, di conseguenza, la corporeità e, nello specifico, la sessualità.

L’aderenza agli stereotipi ha un effetto inibitorio e repressivo nei confronti dell’attività sessuale; l’anziano, infatti, mantiene un silenzio discreto elaborando un sentimento di avversione verso la sessualità, percepita come non consona alla sua figura.

Questi stereotipi, molto spesso appartengono anche al personale sanitario che lavora con le persone anziane e si basano su discriminazioni moralistiche o errori di attribuzione (infantilizzazione dell’anziano o il ritenere che la vecchiaia porti necessariamente a depressione e decadimento cognitivo) (De Beni & Borella, 2015).

Cosa dice la scienza a dispetto dei pregiudizi?

Le ricerche scientifiche dimostrano come, in realtà, le persone continuino ad avere una vita sessuale e affettiva fino all’età avanzata. Infatti, gli anziani elaborano positivamente la propria sessualità, facendo fronte ai cambiamenti tipici dell’invecchiamento. La maturazione personale porta l’anziano a vivere la pienezza della sessualità, esplorando quest’ultima con molta consapevolezza, compensando la diminuzione delle spinte ormonali con il desiderio dell’unione emotiva.

Per questo motivo, non è raro che una persona anziana, rimasta sola in seguito ad un divorzio o alla morte del coniuge, si impegni in nuove relazioni sentimentali. Questo accade perché il bisogno di vicinanza e la necessità di sentirsi apprezzati permangono anche con l’avanzare dell’età. Godere di un’ampia rete sociale e, nel caso specifico, di una relazione intima stabile rappresenta un fattore protettivo per far fronte alla depressione e alle alterazioni psicofisiche. Provare affetto e vicinanza verso un’altra persona, condividere le piccole cose della quotidianità aiuta a mantenersi lucidi e vitali.

Innamorarsi in età avanzata

Innamorarsi a 20 o a 70 anni non cambia ciò che si prova ma, la differenza sta solo nel modo in cui si vive un rapporto. Una persona anziana ha vissuto più a lungo, ha sperimentato diverse relazioni ed è quindi maggiormente consapevole dei bisogni e delle aspettative da riporre nella nuova relazione.

La relazione sarà vissuta senza fare progetti a lungo termine e senza cadere nella routine. Per tali ragioni, una coppia di anziani si comporterà come eterni fidanzati: si frequenteranno, condivideranno momenti ed esperienze insieme ma ognuno vivrà in casa propria mantenendo le proprie abitudini consolidate.

Gli anziani impegnati in una relazione nata in età avanzata affermano che la relazione stessa migliori la vita ed invogli a mantenersi attivi. Inoltre, avere un partner significa anche avere maggiore cura di sé stessi e un incremento dell’autostima in quel periodo della vita in cui ci si sente inutili.

Non è sempre così…

Purtroppo, molte persone anziane non sono immuni all’influenza dei pregiudizi e rischiano di diventare vittime della cosiddetta sindrome da breakdown sessuale: l’anziano interiorizza atteggiamenti sociali negativi, percepisce sé stesso come persona non sessuata, con il rischio di sviluppare problemi di autostima e di insicurezza.

Fonti:
De Beni, R., Borella, E. (2015). Psicologia dell’invecchiamento e della longevità. Bologna: Il Mulino

Venerdì, 21 Gennaio 2022