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Tecniche di “coping” nella gestione degli anziani per caregiver

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Il coping è definito come l'insieme delle strategie cognitive, emotive e comportamentali che un individuo utilizza per gestire, ridurre o tollerare lo stress e le difficoltà che incontrano nella vita quotidiana.

La parola "coping" deriva dall'inglese e ha le sue radici nel verbo "to cope," che significa affrontare o far fronte a qualcosa. L'origine etimologica del verbo "to cope" risale al termine inglese antico "coup," che a sua volta deriva dal francese "couper," che significa tagliare o colpire. Nel contesto psicologico, "coping" ha assunto un significato più specifico, riferendosi alle strategie e ai metodi che le persone utilizzano per gestire lo stress, le difficoltà e le situazioni avverse.

Queste strategie possono essere focalizzate sul problema (problem-focused coping), mirate a cambiare la situazione stressante, oppure focalizzate sull'emozione (emotion-focused coping), mirate a ridurre l'impatto emotivo dello stress.

In psicologia, il termine "coping" è stato sviluppato e reso popolare attraverso le ricerche di Richard Lazarus e Susan Folkman negli anni '80. La loro teoria del coping si concentra su come gli individui valutano e rispondono alle situazioni stressanti, distinguendo tra due principali tipi di coping:

Quali gli obiettivi del coping?

Le tecniche di coping sono fondamentali per i caregiver che gestiscono gli anziani. Queste tecniche aiutano a ridurre lo stress e migliorano la qualità della cura fornita. Alcuni esempi di tecniche di coping includono:

  1. Gestione del tempo: Organizzare le attività quotidiane in modo efficiente.
  2. Supporto sociale: Cercare il sostegno di familiari, amici o gruppi di supporto.
  3. Attività fisica: Mantenersi attivi per ridurre lo stress e migliorare il benessere generale.
  4. Tecniche di rilassamento: Utilizzare la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga.
  5. Formazione: Partecipare a corsi o seminari per acquisire nuove competenze e conoscenze.
  6. Supporto e sorveglianza psicoterapica: Momento fondamentale per prendersi cura della propria mente e del proprio benessere.

Queste strategie possono aiutare i caregiver a gestire meglio le loro responsabilità e a prendersi cura anche del proprio benessere.

Parente o Caregiver? Chi si occupa di un anziano?

Le differenze principali tra un caregiver parente e un caregiver non parente includono:

  1. Vincolo emotivo: Il caregiver parente spesso ha un legame emotivo profondo con l'assistito, basato su relazioni familiari preesistenti, mentre il caregiver non parente sviluppa un rapporto professionale.
  2. Familiarità: Il caregiver parente conosce meglio le esigenze e le preferenze dell'assistito, grazie alla conoscenza accumulata nel tempo, rispetto al caregiver non parente che deve imparare queste informazioni.
  3. Equilibrio tra ruoli: Il caregiver parente può trovare difficile separare il ruolo di familiare da quello di caregiver, portando a sfide nell'equilibrio tra assistenza e ruolo personale, mentre il caregiver non parente può concentrarsi esclusivamente sul supporto professionale.
  4. Approccio alla cura: Il caregiver parente può integrare l'amore e l'affetto familiare nella cura, mentre il caregiver non parente si concentra più su competenze professionali e protocolli di cura.

Queste differenze influenzano come entrambi affrontano le sfide della cura e come gestiscono il benessere personale e dell'assistito.

Tecniche di coping più conosciute

Quando un caregiver è in completo burnout, le tecniche di coping possono includere:

  1. Raggiungere il supporto: Chiedere aiuto a familiari o amici per prendersi cura dell'anziano per un breve periodo.
  2. Attività di rilassamento: Fare pause durante la giornata per praticare la meditazione o fare una breve passeggiata.
  3. Delegare compiti: Assegnare alcune responsabilità ad altri membri della famiglia o ad assistenti domiciliari.
  4. Counseling o terapia: Partecipare a sedute di supporto psicologico per affrontare lo stress e le emozioni associate al burnout.
  5. Rivedere le aspettative: Ridimensionare le aspettative personali e accettare il bisogno di assistenza esterna.

Queste strategie aiutano i caregiver a ridurre il carico emotivo e fisico, preservando così la loro salute e la qualità della cura fornita agli anziani.

I gruppi di supporto per caregiver

I gruppi di supporto per caregiver sono preziosi perché offrono un ambiente dove i caregiver possono condividere esperienze simili, ricevere sostegno emotivo e consigli pratici. Solitamente, questi gruppi sono formati da altri caregiver che comprendono le sfide specifiche della cura e forniscono un'opportunità per:

  • Scambio di esperienze: Condividere storie e trovare conforto nel sapere di non essere soli nelle difficoltà.
  • Apprendimento: Ottenere informazioni su risorse locali, tecniche di coping e strategie di cura.
  • Supporto emotivo: Ricevere incoraggiamento e sostegno per affrontare il burnout e lo stress associato alla cura.
  • Riduzione dell'isolamento: Combattere il senso di isolamento che i caregiver spesso provano, trovando una rete di sostegno comprensiva.

Partecipare a un gruppo di supporto può fare una grande differenza nel benessere emotivo e nella capacità di fornire un'assistenza di qualità.

La storia di Anna…

Anna era una donna di mezza età con un sorriso caloroso e un cuore gentile. Da anni si occupava amorevolmente di suo padre, un signore anziano che, a causa di problemi di salute, era costretto a rimanere a letto e non poteva più prendersi cura di sé stesso.

La giornata di Anna iniziava presto. Si svegliava all'alba per preparare la colazione per suo padre, assicurandosi che fosse nutriente e gustosa. Nonostante le notti insonni e le lunghe ore trascorse assistendo suo padre, Anna manteneva un atteggiamento positivo.

Durante il giorno, Anna si dedicava interamente al benessere di suo padre. Lo aiutava a lavarsi e cambiarsi, mantenendo sempre un tono calmo e rassicurante. Le giornate erano intense e spesso si sentiva sopraffatta dalla responsabilità, ma Anna sapeva che doveva prendersi cura di sé stessa per essere forte per suo padre.

Negli intervalli tra le cure, Anna trovava momenti per sé stessa. Amava leggere e spesso si ritagliava del tempo per immergersi in un buon libro, trovando in quelle pagine una fuga temporanea dalla realtà impegnativa che affrontava.

Nonostante le difficoltà, Anna cercava sempre di trovare il lato positivo delle cose. Si concentrava sulle piccole vittorie quotidiane: un sorriso di suo padre, un momento di tranquillità insieme, o un breve scambio di parole che rafforzava il loro legame.

Anna sapeva che chiedere aiuto era essenziale. Quando il peso della cura diventava troppo pesante, accettava il sostegno di amici e familiari. A volte faceva una pausa per incontrare una consulente, con cui poteva condividere le proprie preoccupazioni e trovare nuove strategie per gestire lo stress.

Non era facile, ma Anna imparò che prendersi cura di sé stessa era fondamentale per prendersi cura del suo amato padre. Trovò la forza di continuare grazie all'amore profondo che provava per lui e alla sua resilienza interiore.

Oggi, Anna continua a essere un faro di amore e dedizione per suo padre, affrontando ogni giorno con coraggio e determinazione, sapendo che la sua presenza e il suo sacrificio fanno la differenza nella vita di chi ama.

Come si gestisce un anziano (specie con la demenza)?

La gestione di un anziano, soprattutto in presenza di condizioni complesse come la demenza, richiede un mix di abilità che includono resilienza, resistenza e gestione attiva. Questi concetti, se integrati efficacemente, possono migliorare significativamente la qualità della cura e il benessere sia del caregiver che dell'assistito. Ecco come questi elementi possono essere applicati:

Resilienza

La resilienza è la capacità di adattarsi positivamente alle avversità e di recuperare rapidamente da situazioni difficili. Per i caregiver, la resilienza è cruciale per:

  • Affrontare lo stress: Accettare che lo stress fa parte del caregiving e sviluppare strategie per gestirlo, come la pratica della mindfulness o il ricorso a tecniche di rilassamento.
  • Mantenere l'equilibrio emotivo: Riconoscere e gestire le proprie emozioni, evitando il burnout attraverso il supporto sociale e la cura di sé.
  • Adattarsi ai cambiamenti: Essere flessibili e pronti a modificare le strategie di cura in risposta alle esigenze in evoluzione dell'anziano.

Resistenza

La resistenza, o endurance, è la capacità di sostenere sforzi fisici e mentali prolungati. Per i caregiver, la resistenza è fondamentale per:

  • Supportare le esigenze fisiche: Gestire le attività quotidiane come il sollevamento, la mobilitazione e l'igiene dell'anziano senza compromettere la propria salute.
  • Mantenere la perseveranza: Continuare a fornire cure di alta qualità anche quando si è fisicamente e mentalmente esausti, magari attraverso il supporto di esercizi fisici regolari e una dieta equilibrata.
  • Gestire la stanchezza: Implementare pause e riposo adeguato per evitare il sovraccarico e mantenere un livello di energia costante.

Gestione attiva

La gestione attiva implica un approccio proattivo e strategico nella cura dell'anziano. Per i caregiver, ciò significa:

  • Pianificazione e organizzazione: Creare una routine giornaliera ben strutturata che include tempi per l'assistenza, il riposo e le attività ricreative.
  • Uso di risorse: Sfruttare le risorse disponibili, come i servizi di assistenza domiciliare, i gruppi di supporto e le tecnologie assistive, per migliorare la qualità della cura.
  • Coinvolgimento nella formazione: Partecipare a corsi e seminari per acquisire nuove competenze e conoscenze sulla gestione delle condizioni specifiche dell'anziano.

Integrazione delle abilità

Per integrare efficacemente resilienza, resistenza e gestione attiva, i caregiver possono:

  1. Stabilire una rete di supporto: Coinvolgere familiari, amici e professionisti per condividere le responsabilità e ricevere supporto emotivo.
  2. Praticare l'autocura: Prendersi cura di sé stessi attraverso attività che promuovono il benessere fisico e mentale, come esercizio fisico, hobby e momenti di relax.
  3. Adottare un approccio olistico: Considerare tutti gli aspetti della vita dell'anziano, compresi quelli medici, emotivi e sociali, per fornire una cura completa e integrata.

Per questo possiamo concludere che la combinazione di resilienza, resistenza e gestione attiva permette ai caregiver di affrontare le sfide del caregiving con maggiore efficacia e sostenibilità. Queste abilità non solo migliorano la qualità della cura fornita agli anziani, ma contribuiscono anche al benessere e alla salute dei caregiver stessi, creando un ambiente più armonioso e sostenibile per tutti.

Sabato, 22 Giugno 2024