Capire perché gli anziani mentono e come lo fanno è fondamentale per aiutarli senza compromettere la loro dignità. L’approccio è senza dubbio con pazienza, empatia e soluzioni concrete. È sempre possibile migliorare la loro qualità di vita e rafforzare il rapporto purché si stabilisca un rapporto di fiducia.
La questione delle bugie raccontate dagli anziani è un tema delicato ma fondamentale da affrontare, soprattutto per chi si prende cura di loro.
Lo sappiamo, questo è un fatto piuttosto comune, gli anziani mentono su diversi aspetti della loro vita quotidiana: dall'igiene personale all'attività fisica, dalla gestione dei farmaci all'amministrazione dei soldi.
Questo fenomeno è spesso legato a una combinazione di fattori psicologici, fisici e sociali. Questo articolo è frutto dell’esperienza reale dello scrivente con i propri cari anziani.
Vediamo quindi nel dettaglio perché accade, come riconoscere queste bugie ma soprattutto, come intervenire in modo costruttivo.
Perché gli anziani mentono?
- Desiderio di mantenere l'indipendenza Molti anziani mentono per nascondere le difficoltà che affrontano. Confessare problemi di salute o difficoltà pratiche potrebbe farli sentire vulnerabili o a rischio di perdere autonomia. Per questo motivo, minimizzano o alterano la realtà. È il loro modo di mantenere un minimo di libertà…
- Vergogna e paura del giudizio
La società spesso associa l'età avanzata alla debolezza. Gli anziani si sentono giudicati o trattati con condiscendenza anche se conoscono bene le loro difficoltà. Questo li spinge a nascondere la verità.
- Amnesia o confusione
Le bugie non sono sempre intenzionali. In alcuni casi, possono essere il risultato di amnesie o confusione mentale, spesso legate a condizioni come la demenza senile o l'Alzheimer. In questi casi, l'anziano potrebbe non ricordare correttamente ciò che ha fatto o detto.
- Disinteresse per determinate attività
Attività che richiedono impegno, come lavarsi, esercitarsi o seguire terapie mediche, possono essere viste come faticose o inutili. Per evitare confronti o rimproveri, l'anziano potrebbe mentire sul fatto di averle svolte.
- Meccanismi di difesa
Mentire può essere un modo per proteggersi da domande invadenti o situazioni che percepiscono come stressanti. Questo comportamento è una reazione naturale per preservare la propria tranquillità.
Su cosa mentono più frequentemente gli anziani?
- Igiene personale
Gli anziani potrebbero affermare di essersi lavati quando non lo hanno fatto. La stanchezza, la difficoltà motoria o semplicemente la mancanza di motivazione sono spesso le cause principali.
- Attività fisica
Non tutti gli anziani seguono i consigli dei medici riguardo all'esercizio fisico. Alcuni potrebbero dire di aver camminato o svolto attività fisica, quando in realtà hanno trascorso la giornata seduti.
- Assunzione dei farmaci
Mentire sull'assunzione dei farmaci è comune, sia per dimenticanza che per rifiuto. Alcuni potrebbero anche non voler ammettere di aver sbagliato dosaggio.
- Gestione dei soldi
Alcuni anziani possono nascondere spese o difficoltà finanziarie per timore di perdere il controllo sui loro risparmi.
- Routine quotidiane
Le attività che richiedono pianificazione o impegno, come cucinare o fare la spesa, sono spesso oggetto di bugie per evitare discussioni o interventi esterni.
Come riconoscere le bugie degli anziani?
- Osservazione diretta: controllare indizi concreti. Ad esempio, verificare se il bagno è stato usato di recente o se i farmaci sono stati presi.
- Contraddizioni: prestare attenzione a discrepanze nei racconti. Se le versioni cambiano, potrebbe esserci una bugia.
- Monitoraggio discreto: utilizzare strumenti tecnologici, come promemoria digitali per i farmaci, per avere conferme indirette.
- Ascolto attivo: osservare il linguaggio del corpo e le espressioni facciali per individuare segnali di disagio.
Vi raccontiamo un caso particolare: la storia della signora Maria Stella
Un esempio concreto di bugie legate ai farmaci riguarda la signora Maria Stella, una donna anziana che vive con il figlio, il quale si prende cura di lei. Maria Stella soffre di dolori cronici alla schiena e il medico le ha prescritto un farmaco oppioide per alleviare il dolore. Tuttavia, con il tempo, questo farmaco ha causato una forte dipendenza.
Maria Stella mente spudoratamente al figlio riguardo alle dosi assunte. Spesso sostiene di aver dimenticato di prenderlo, per ottenere una dose aggiuntiva. In altre occasioni, nasconde il farmaco per richiederne altre confezioni, sostenendo di averlo finito. Questo comportamento, purtroppo, è comune tra chi sviluppa una dipendenza da farmaci oppioidi, che per la loro composizione possono avere effetti simili a quelli delle droghe.
Questo esempio mette in evidenza l'importanza di monitorare attentamente, ma con discrezione, l'assunzione di farmaci da parte degli anziani. Si sconsiglia di consentire loro una gestione completamente autonoma, soprattutto quando si tratta di sostanze che possono creare dipendenza come i farmaci oppioidi. In casi come questo, è fondamentale coinvolgere il medico per trovare soluzioni alternative e limitare i rischi.
Aiutare gli anziani senza offenderli e senza giudicarli?
- Empatia e pazienza Evitare atteggiamenti accusatori. Spiegare che chiedere aiuto è normale e non significa perdere dignità.
- Coinvolgimento attivo Rendere gli anziani partecipi nelle decisioni che li riguardano, ascoltando le loro opinioni e preferenze.
- Supporto pratico Offrire soluzioni pratiche per ridurre lo stress legato a certe attività. Ad esempio, organizzare servizi di assistenza domiciliare o trovare strumenti che facilitino l'igiene personale.
- Stimolare la fiducia Costruire un rapporto basato sulla fiducia, evitando rimproveri o giudizi, aiuta gli anziani a sentirsi a proprio agio nel condividere le loro difficoltà.
- Monitoraggio professionale Coinvolgere medici e specialisti per affrontare eventuali problemi di salute o difficoltà cognitive in modo appropriato.
Capire perché gli anziani mentono e come lo fanno un passo importante per poi aiutarli senza però compromettere la loro dignità. Gli anziani diventano fragili e sensibili anche alle frasi più sottilmente allusive.
Il caregiver (parente, badante, tutore estraneo che sia) ha un compito delicato e difficile che richiede una centratura mentale, un equilibrio e una serenità interiore molto buona. Ci si può rivolgere ad uno psicoterapeuta per mantenere questo equilibrio e farsi aiutare a elaborare le difficoltà.
Con pazienza, empatia e soluzioni concrete, è possibile migliorare la loro qualità di vita e rafforzare il rapporto di fiducia con chi si prende cura di loro.